Vincitori o campioni? Vinti o vintage?

Vincitori o campioni?
Vinti o vintage?

Nella seconda serata di Sanremo 2018, è andata in scena una pagina che forse rimarrà seminascosta, ma che registra un risarcimento morale importante: forse sarà l’ultima volta che vediamo Pippo Baudo sul palco dell’Ariston, peraltro molto piccolo, perché il merito va tutto al grandangolo e agli scenografi, ma sembra una sicurezza il fatto che sia l’ultima volta per Elio e le Storie Tese, dopo l’annuncio non tropp attendibile del loro ritiro, seguito dall’annuncio della partecipazione a Sanremo. Mah, decidetevi!

A Ventidue anni esatti dalla loro esibizione con “La terra dei cachi”, dove la loro vittoria venne annientata per favorire Ron e Tosca, più convenzionali e allineati agli standard di Sanremo, a introdurli è stato lui: Super Pippo.

Visibilmente invecchiato, commosso a suo modo, un po’ ripetitivo, ma ancora Pippo.
Un Pippo sul viale del tramonto avanzato, in fase di pippolotto sui ricordi.

Meriterebbe una trasmissione, perché lui è la memoria storica della Rai, e vederlo relegato al ruolo di vecchio, chiuso in cucina se viene qualcuno, mette una tristezza difficile da raccontare.

Ha introdotto, imitando se stesso, una band che imita se stessa ormai da tempo, le cui qualità però vanno riconosciute, sul versante tecnico.

Com’è difficile essere fuori tempo.
Com’è difficile esserci senza rinnovarsi.

Eppure i mezzi, sia Pippo Baudo, sia Elio e le Storie Tese, li avrebbero.
A cosa dobbiamo queste scene da crociera geriatrica?

Enzo Bollani | FormaSostanza

Sanremo, 7 febbraio 2018.

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