Mentre a Milano si blindano le piazze più importanti e sfilano cortei con personaggi capaci di gridare cose estremamente contraddittorie e pericolose, oggi sono Ventotto anni dalla dipartita di Sandro Pertini.
Antifascista, partigiano, ma soprattutto uomo di buon senso, come non ne abbiamo più avuti.
Nulla a che vedere con i suoi successori, e soprattutto con l’attuale Presidente della Repubblica, che non vediamo nemmeno a San Lorenzo, quando cadono le stelle.
Sfido chiunque a ricordarsi come si chiami, in un qualsiasi vox populi.
Non si esprime abbastanza, e dire che di cose da dire ce ne sarebbero.
Tra pochi giorni avremo a che fare con il voto, ma lui non dice che è un dovere, non appare, non si spende.
Pertini, invece, si spendeva eccome.
Si è sempre dato in pasto agli italiani, che lo hanno amato in ogni fazione e in ogni rango, perché veramente onesto.
E non come i pentastellati, che fanno dell’onestà il paravento dell’incapacità a governare qualsiasi cosa gli capiti a tiro.
Capisco bene che schierarsi possa essere poco conveniente, per quella che state leggendo e che sta diventando una testata giornalistica, ma qui nessuno esercita il più antico mestiere del Mondo.
Siamo in pericolo, ma sul serio.
Non si può ascoltare gente che sfila e che urla, nell’ordine: “Salvini premier”; “Venezia Capitale d’Italia” e “Veneto libero”.
Qualcuno spieghi, a quei decerebrati con diritto al voto, che non si può morire dentro, che si può bere un po’ meno, prima di prendere pullman e venire a Milano a fare figure pessime, in piena Fashion Week, sputtanando l’eccellenza italiana agli occhi di turisti ignari di tutto e meravigliati dalla presenza di tanta feccia e che, soprattutto, bisognerebbe verificare se il cervello sia collegato a qualcosa, fosse anche un popcorn.
Detto questo, la Lega va temuta.
Perché la Lega non è altro che Odio, e non merita un sentimento, ma puro e semplice isolamento.
Avere come premier un elemento che fa campagna con strategie alla Dash anni Ottanta, fa ribrezzo.
Il rischio che lo diventi c’è, e non va sottovalutato.
“Vinci Salvini” è la vincita che un Paese democratico, ma veramente democratico, non accetterebbe mai.
La conclusione è solo una: l’Italia ha perso, e non soltanto ai Mondiali o alle qualifiche.
Ha perso, nel momento in cui c’è parte di popolazione che scende in piazza a dire cose contraddittore, inaccostabili e inasvoltabili.
Venezia capitale d’Italia? Allora la volete unità!
No, Veneto libero.
Allora Salvini premier, ma di cosa e di chi?
Del Veneto libero?
Della spiaggia libera, che poi è dopo l’ultima?
Il gelo nelle vene, nel vedere sventolare bandiere con simboli camuni male sfruttati, di fronte al Simbolo della Musica e della Cultura popolare: il Teatro alla Scala.
Un affronto alla libertà, travestito da libertà di espressione.
Bisogna bloccare, subito, ogni forma di xenofobia, razzismo, omofobia e odio verso il Meridione, ancora cavallo di battaglia dei leghisti.
Oppure, che Secessione sia, ma si abbia il coraggio di dirlo, anziché andare a rastrellare voti persino al Sud, a casa di chi si è odiato fino a ieri l’altro e che, ancora, si odia visceralmente.
Perché Salvini odia il Sud, odia l’Italia, e “Prima gli italiani” è merda.
Fino a poche ore fa, ricordiamocelo bene, ce l’aveva con Roma ladrona e con i terroni.
Anni e anni di battaglie contro i terroni.
Qualcuno ha detto qualcosa, contro? No.
Basta con le mezze parole.
Chi va escluso, va escluso.
Escludere chi esclude, o includerlo in una bella settimana bianca sotto forma di TSO.
Troppo facile parlare al basso ventre e avere ragione un paio di volte al giorno.
La Lega non ha nulla a che vedere con la Libertà e con i valori della nostra Costituzione.
Mi domando, a questo punto, a cosa serva l’Europa.
E non nel modo in cui se lo domanda Salvini, che nei manifesti di “Prima gli italiani” mette cittadini dell’ex Oltrecortina.
Coerenza Zero, Ignoranza infinita.
Enzo Bollani | FormaSostanza
Il Sabato. Milano, 24 Febbraio 2018.

Enzo Bollani nasce a Milano in una sera di maggio del 1981, quindi può definirsi un Youngtimer. Progettista, Musicista e organizzatore, ha esordito nel 1997 nel mondo della Televisione e della Discografia, lavorando principalmente in Rai e con artisti del calibro di Adriano Celentano, Lucio Dalla e David Bowie.Avrebbe voluto essere Architetto a tutti gli effetti, ma al momento disegna biciclette.Opera principalmente a Milano, ma è costantemente in movimento. Ha inventato questo simpatico sito, oltretutto. Se lo stai leggendo, spero ti piaccia.