Ognuno ha quello che si merita?

Domenica, nevica.
Turismo: voce in cui l’Italia dovrebbe primeggiare, vista la percentuale di un opere d’Arte e di luoghi in cui è superiore, senza alcun dubbio, rispetto ad ogni altro luogo al Mondo.
Nel Nord più efficiente, in cui ci si allinea al livello di civiltà delle nazioni più noiose d’Europa eppure meglio funzionanti, ci sono luoghi in cui l’Arte è fruibile, gratuitamente, a tutti.
Anche con una eventuale bomba al seguito, perché di strumenti di rilevazione non c’è nemmeno l’ombra.

In una domenica colpita dal Burian, dai venti siberiani e dalla neve, i turisti hanno comunque animato le vie del centro di Bergamo.
Della Città Alta, per l’esattezza, mai abbastanza valorizzata, anche se superiore rispetto alla media italiana e rispetto al modo in cui deprimiamo o azzeriamo ogni bellezza.

In quella parte della città, come tutti dovremmo sapere, c’è qualcosa di straordinario, come il Duomo, dedicato a Sant’Alessandro, e la Cappella Colleoni.
Il Duomo è iperfotografabile, da ogni turista e con qualsiasi mezzo.
La Cappella Colleoni, invece, ha un orribile cartello di divieto, posto all’ingresso.

È proibito scattare fotografie, anche senza flash e con il cellulare, ma non è proibito dover subire l’affronto estetico di una orribile vendita di cianfrusaglie fuori tempo massimo, al suo interno, con tanto di perpetua che urla addosso a qualsiasi turista che tenti di scattare una foto senza flash.

Sarà meglio sentire una venditrice di gadget ecclesiastici squallidi, o sarà meglio lasciare che ogni turista posti una fotografia di così tanta bellezza?
Tanta, appunto, da non poter essere riassunta solo in una foto, ma necessaria al punto di essere diffusa anche così.

Sarà meglio continuare a vendere penne a 3,00 Euro, che non scrivono, con cartoline di rara bruttezza, o sarà meglio far sì che ognuno contribuisca a far conoscere Bergamo e la Cappella Colleoni, con il segno del proprio passaggio?

Sarà meglio continuare a lasciare incustoditi questi luoghi o sarà meglio mettere un sistema che rilevi eventuali rischi e che, per una volta, non sia esteticamente invasivo?

La risposta ai fatti: abbiamo la Cappella Colleoni, ma siamo colleoni e non li usiamo per scopi necessari alla nostra sopravvivenza.
Sapendo che Colleoni derivi proprio dagli attributi e che non sia una volgare battuta, la domanda più semplice, che può sorgere persino al più sprovveduto e ignorante in materia, trova risposta nella banalità e nel basso livello dei fatti: c’è una signora anziana, o comunque molto scortese con i turisti, che si precipita fisicamente contro chiunque osi alzare il telefono per scattare una foto.

Se non abbiamo la pazienza di sopportare i turisti, allora vendiamo le opere d’Arte e cediamo i monumenti a chi sappia gestirli meglio, perché così non si può andare avanti.
Forse non li meritiamo.
Forse c’è un principio di schizofrenia nel nostro sistema di promozione dell’Arte e del Bello, del Turismo e della Cultura: da un lato la vorremmo spingere, dall’altro la lasciamo in mano a incompetenti, anche sul piano della semplice gestione di base, con vendite di orrori in un tempio della bellezza, in cui persino la Religione, o quello che resta di una cosa imperscrutabile chiamata Culto, vengono inquinate dalla presenza del peggior mercimonio.

Bergamo non lo merita.
L’Italia non lo merita.
I turisti vanno trattati bene e attirati.

Ma preferiamo permettere le sfilate a quelli che voteranno Salvini e a permettere che arrivino speculatori e altri centri commerciali pieni di merda.

Amen.

PS: io la foto l’ho scattata, permettendo alla signora di urlare contro al mio finto essere straniero.
Al “Sorry”, detto a bassa voce, ha risposto con un simpatico “Va sull’ostrega, mi sono rotta i coglioni di tutti sti sory”.
Beh, voleva citare la famiglia alla quale è dedicata la cappella, che ne aveva addirittura Tre.

Enzo Bollani | FormaSostanza

Bergamo, 25 febbraio 2018.

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