E’ sempre la prima volta. Non smetterà mai di sorprendere il modo beffardo con il quale il calcio si prende gioco di noi, delle nostre aspettative. Certezze granitiche che si frantumano in un attimo, percorsi già delineati (nelle nostre menti) che in realtà prendono vie del tutto impreviste.
Così Roma si gode una Notte Capitale, accarezza la storia e infilza il toro blaugrana. Un misto di sfortuna, errori e ingenuità aveva condannato la formazione di Di Francesco nella gara d’andata. Troppo pesante, e bugiardo, il 4-1 finale che sembrava cancellare ogni speranza di qualificazione.
Invece, ecco l’inspiegabile epica del calcio materializzarsi nuovamente. E’ ‘Romantada’, come perfettamente titolato sui giornali questa mattina. La vendetta arriva nel momento ideale, proprio mentre il calcio italiano si leccava le ferite di un 7-1 complessivo maturato nei due scontri Champions Juventus-Real Madrid e Barcellona-Roma.
Un altro destino, dunque, è possibile. Fuorviante pensare di poter competere alla pari con il calcio spagnolo, già da diversi anni sulle massime vette europee e dunque superiore non soltanto all’Italia. Si può credere almeno di alleggerire il complesso d’inferiorità che affoga il Belpaese pallonaro.
Terra chiama Marte, gli Ufo alla fine hanno due braccia e due gambe come gli esseri umani. Se Cristiano Ronaldo ha preso una bicicletta in cielo per affondare la Juventus, Messi non ha goduto alla stessa maniera del soggiorno in Italia. Una ‘vacanza romana’ per l’altro fenomeno del calcio odierno, stavolta costretto al ruolo di comprimario.
Non è una magra consolazione, che non si tratti di uno spiraglio di luce nelle tenebre. Quanto clamorosamente ottenuto dalla Roma può far da traino a tutto il movimento, serve ‘un’ambiziosa umiltà’ nell’accorciare le distanze che ci separano dal calcio spagnolo.
Pasquale Romano | FormaSostanza
Firenze, 11 aprile 2018.