In molti, indebitamente, hanno tentato di legittimare la presenza di Achille Lauro, con una canzone che vorrebbe vendercelo come un artista maledetto, come un rocker, un traprocker, un trap maudit, benedettissimo da Salzano, come reso noto persino da Striscia la Notizia.
L’ultima sortita giornalistica, che ha innescato un giro pecoresco tra gli addetti ai lavori, vuole lanciarlo come “il nuovo Vasco”.
“Il nuovo”, usato per associare un artista a un altro artista, non ha mai portato bene.
Soprattutto perché non mi sembra sia pervenuto l’artista.
Da “Voglio una vita spericolata” a “Voglio una vita così”, passano più di 35 anni, che rendono giustizia solo all’originale, se non altro perché ti dice come vorrebbe una vita. Così, non vuol dire molto.
Perché l’artista, per brevità, vuole essere Elvis, Amy Winehouse (Janis Joplin se l’è dimenticata, uno dei 65 autori della canzone), e tutto il pot pourri di artisti, però veri, morti troppo presto, o in circostanze misteriose.
Per fortuna, si dimentica di citare Luigi Tenco, ma è difficile credere lo conosca, solo per il modo di rispondere al primo Capitan Ventosa di turno, con una presunzione e sicumera che Vasco non ha mai avuto e mai avrà, ma anche con accompagnatori che ci si domanda come possano circolare.
Per essere degni di tirar fuori una Rolls Royce, quindi l’Ecstasy o lo spirito di vino, forse bisogna essere un attimo artisti, saper tenere il palco, evitando di sdraiarsi sul pianoforte come una qualsiasi pin up, come una copia stralunata e storta di Britney Spears. Meglio, a questo punto, l’Autotune.
No, non dico l’artista. L’Autotune e basta, senza artista. Sarebbe molto meglio mettere sul palco un cubo, tipo Grillo Parlante, che ti dica “Ilota”, o “Non hai capito”.
Nella serata dei duetti, non Alfa Romeo, la performance di Achille Lauro, con Morgan, fa sperare solo che arrivi Asia Argento. Ma non è un trittico, e ci si deve domandare se Morgan sia Morgan o un tipo che vorrebbe imitare Elton John, con movenze anni ’80.
Per fortuna, a vincere la serata dei duetti è Motta, con una Nada bistrattata da Baglioni, che ha fretta di chiudere, verso l’Una.
L’Una per te, forse. Ma la serata, anzi, il Festival tutto, è della Bertè.
Tornando alla suddetta “performance”, viene in mente solo una preghiera, in febbraio: ridateci Alberto Camerini.
Enzo Bollani | Sanremo, 8 febbraio 2019.

Enzo Bollani nasce a Milano in una sera di maggio del 1981, quindi può definirsi un Youngtimer. Progettista, Musicista e organizzatore, ha esordito nel 1997 nel mondo della Televisione e della Discografia, lavorando principalmente in Rai e con artisti del calibro di Adriano Celentano, Lucio Dalla e David Bowie.Avrebbe voluto essere Architetto a tutti gli effetti, ma al momento disegna biciclette.Opera principalmente a Milano, ma è costantemente in movimento. Ha inventato questo simpatico sito, oltretutto. Se lo stai leggendo, spero ti piaccia.