E dopo gli esorcisti, arrivano i radiopiattisti. Quale futuro, per la Radio?

La proposta delirante dei leghisti, tornata di prepotenza alla ribalta, di trasmettere obbligatoriamente una canzone italiana su Tre, nei palinsesti delle radio italiane, non è una novità.

Il degustatore di Nutella, Matteo Salvini, ne aveva già parlato altre volte, in passato.

Certo, il pretesto post Festival di Sanremo era imperdibile, per lui e i suoi simili. Come fai a perdere un’occasione così?

Ultimo, che secondo lui doveva essere primo, non solo in termini di presunzione e arroganza, di maleducazione e strafottenza verso i giornalisti, ma anche verso il pubblico, balzando anche l’impegno della foto di copertina di TV Sorrisi e Canzoni, cosa mai accaduta prima d’ora, avrebbe dovuto vincere per non si sa bene quali competenze musicali che il buon ex Compagno Matteo avrebbe.

Superiori, a quanto pare, a quelle di Camila, per dire. Una che forse non sarà musicista, ma è stata una delle primissime VJ di MTV, nel 1997, e che comunque sa riconoscere un DO da una sedia.

Qualcuno ha obiettato la presenza di Bastianich: bene, parliamo di uno che sa suonare. Ha fatto una pessima, vergognosa figura al Dopofestival, dimostrando di non aver minimamente capito o ascoltato la canzone di Mamhood. E dire che l’italiano lo capisce molto bene, e l’Italia è la Terra che gli ha dato popolarità, ma tant’è.

Questo dimostra, ulteriormente, che Mamhood abbia vinto perché bravo. Punto.

Altrimenti, tutti sarebbero stati endorser, o leccaculi clamorosi, come Fabio Fazio con Achille Lauro, accreditato del titolo di Genio, quando ha una canzone che definire superata, è dire poco. Per contenuti, prima di tutto.

 

Indi, oggi fa discutere tutte le radio e i rispettivi conduttori radiofonici, questa idiozia medievale marchiata Lega ex Nord, ora forse tranquillamente ribattezzabile “Lega ci vanno bene anche i voti dei terroni”, e aggiungerei anche un: “purché mafiosi”.

Di tutte le mafie, basta ci aiutino, e noi lo aiuteremo.

È da stamattina che RTL 102.5, che giustamente non perde un minuto per discutere chi sta giocando a Risiko con le frequenze radiofoniche, bissando male le manovre televisive degli anni ’80, ha schierato tutti i conduttori contro la proposta dell’anno. Qualcuno sostiene non andrà mai in porto, e che le radio ex libere, libere forse Quarant’anni fa, non saranno mai assoggettabili a queste regole.

Ma questo opporsi fermamente fa nutrire serie preoccupazioni e serissimi dubbi.

Altrimenti, se la cosa fosse una barzelletta, non se ne parlerebbe così tanto.

 

Quello che preoccupa molto, più delle proposte radiopiattiste, sono le reazioni del pubblico. Leggere i commenti, gli sms inviati in diretta su RTL, da parte degli ascoltatori, è un colpo al cuore.

Giusto per rimanere su temi sentimentali tanto cari a chi vuole i Sanremo alla Albano maniera: H mancanti, fascismo latente ma pur sempre relativamente, persino attacchi alla radio, con sortite come “Non vi va bene niente”.

Beh, se la proposta di legge si trasformerà in una delle vittorie del Governo del Fare (schifo sempre), forse gli italiani se la meriteranno.

Alcuni piangeranno, altri saranno contenti di sentire passare i loro dischi di provini, raffazzonati, raccomandati alla meno peggio.

 

E in Italia, come dice Mara Maionchi, si fa quel che si può.

Il giorno in cui vince la qualità di livello internazionale, ci ritroviamo Red Ronnie a pontificare e a sottolineare che a Ultimo sia stata garantita la vittoria.

Nessuno ha ancora chiesto a Red Ronnie se le vittorie a Sanremo siano ancora in garanzia, soprattutto se si parla di televoto, sistema non controllabile, affidabile e corretto come il caffè a 1,10 Euro in Autogrill.

 

Enzo Bollani | Pavia, 18 febbraio 2019.

 

 

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